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Proposta di un libro fotografico sulle facciate in finta pietra a Torino Nella storia dell’architettura torinese, alla voce ‘ rivestimento di facciata’ un altro capitolo interessante, meno evidente di quello delle ‘case a colori’, ma non meno intrigante, è quello delle facciate con finitura in finta pietra. È questo un capitolo più lungo – più di cento anni – e diverso nel suo svolgimento: infatti, mentre la stagione delle ‘case a colori’ è stata così breve da non dare luogo a una qualche evoluzione, nel caso delle facciate in finta pietra si può seguire il passaggio progressivo da un artigianato capace di produrre copie dalla perfezione illusionistica fino all’invenzione di tecniche povere da parte di muratori incolti per produrre superfici nelle quali a fatica si capisce il legame con il modello ‘alto’, perché la copia ad ogni passaggio è sempre meno fedele fino a diventare ‘altro’, irriconoscibile. Come nel caso del capitolo sulle ‘case a colori’, è possibile leggere questo capitolo a un primo livello, quello di documento del ruolo svolto nella costruzione delle case di abitazione dalla decorazione delle facciate, ma anche a un secondo livello, quello indicatoci dalle avanguardie artistiche: dalla falsificazione dell’esperienza materiale operata dalla pop-art, alla liberazione gestuale operata dall’action painting. Di questa ricerca ci sono al momento solo alcuni scatti di prova, e sarebbe pertanto necessario battere Torino, come avevo fatto per le ‘case a colori’, ma dovendo rifarlo per queste, non sarebbe poi la fine del mondo. I due libri potrebbero diventare due capitoli di un libro, aperti a saggi e contributi diversi da definire, e potrebbero trovare uno o più sponsor nelle associazioni di categoria dei produttori di materiali da rivestimento e dei decoratori. |